"Rinfacciami pure quelle cose in cui poi mi riconoscerai davvero grande!" Sofocle - Edipo Re
POESIE
Sono qui riportate alcune mie poesie tratte dalla raccolta: "ALFABETO DEGLI ADDII", edito dalla Sant'Anselmo editrice srl per conto della "Societa' per la Cremazione di Torino", che ne ha il copyright.
La seconda raccolta : "Io ero qui / Direzione non obbligatoria" è in attesa di pubblicazione.
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Da "Alfabeto degli adii" :
IL VELO DEL CUORE
Cosa posso dire di te?
Sei passata sorridendo
sul limitare del mio cielo.
E mi hai guardato dentro,
fin nelle pieghe del cuore e, sola,
hai strappato in un attimo
quel velo tramato di sogni e di paure
che chiamavo: "amore".
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ULTIMA SERA
E' venuto il momento di andare. Non seguitemi,
neanche con i pensieri o i ricordi, sarebbero un peso per me, ora.
Pregate per me, se volete, ma non trattenetemi più, per il mio bene devo andare.
E non pensate a me ma a voi stessi, al tempo che vi è compagno,
amatelo in ogni istante. Quanto a me,
sappiate che sono in pace e non ho paura.
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NOTTE
Questo buio attraversa l'anima, come una nostalgia
e sembra eterna questa notte, come un amore perduto,
come una poesia imparata da bambino.
Raccolgo ombre di memoria mentre il tempo scorre,
mi passa accanto senza voltarsi.
Avessi ora occhi per vedere al di là di questo dolore
e mani per toccarti il cuore
e nuovi sogni da vivere insieme.
Sollevo capo e pensieri,
specchiano la prima luce i miei occhi pieni:
"E' un nuovo giorno".
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ASPETTANDOTI
Seppellisci nella rena i nostri giorni più tristi
e lasciati amare da questo sole marino
che asciuga lacrime e pensieri.
Io ti aspetterò là, come allora,
all'ombra degli aranci in festa
celando a stento il desiderio
di amarti ancora.
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SOLITUDINE
Cosa c'è da dire?
Ciascuno sa cosa si porta dentro.
Finchè dura la pioggia,
finchè dura nell'aria questo muto lamento
restiamo così, sostenendo il vuoto di queste stanze
e questo tempo, così lento.
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LIBERA CON TE
Un colpo, forse uno sparo ha fatto alzare i gabbiani dalle roccie.
Liberi, insieme, hanno preso la via del mare.
Ora, in quel volo lontano, ti cerco, chiudo gli occhi, ti prendo per mano.
Un colpo, forse uno sparo.
Riapro gl'occhi, la mano, ti chiamo.
Nessuno ascolta.
Un gabbiano ritorna, no, si rivolta,
mi ha visto chiamare, ritorna al mare.
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INCOMPIUTO DESTINO
Quel bacio non dato è diventato ferita e pianto.
E anch'io ho fermato il respiro in quell'ultimo fiato
e ti ho amato come in un sogno,
un sogno non avverato.
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SONNO BAMBINO
Vorrei sentirmi ancora quel bambino
che tu addormentavi, cullandolo con le tue carezze,
abbandonato al sonno dalla tua voce
nei sogni fantastici che poi
non sapevo raccontare.....addio mamma!
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TOCCA A VOI
Andate figli miei!
E portate sereni il ricordo di questo giorno.
Io ho terminato la mia strada.
Tocca a voi ora, continuare,
tirare fuori il fiato e andare.
Sotto qualsiasi cielo vi porti il vostro cuore
non perdete mai:
la fiducia, la dignità e l'amore.
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ULTIMA SALITA
Sei partito prima dell'alba
come sempre quando è lungo il cammino.
Sei partito da solo,
lasciando vicino al fuoco la corda ed il sacco vuoto.
In questa ultima salita basta il coraggio
e lo sguardo fisso lassù
dove confina al cielo l'ultima neve.
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MOMENTO
Nel lasciarvi vi sento
e sento che mi sentite profondamente
e siete pronti, perchè il momento era atteso.
Ed ora: "Ecco!"
La consegna amata è passata nelle vostre mani ardenti.
Questo è il momento della verità.
Se qualcosa è stato tra noi, se qualcosa vi ho dato
tenetelo forte e portatelo al suo fine.
Vi aspetto alla prova sicuro,
come l'alba dietro ogni aurora,
felice di essere stato tra voi.
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ESSERE MADRE
"Oggi è meglio di ieri"!
Ce l'hai scolpito nel cuore.
Ci hai insegnato a sorridere, nutriti dal sole
e dai tuoi abbracci, noi: "I tuoi figli incoscenti".
"E' proprio per questo che vi amo"!...Dicevi.
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GABBIANO DISPERATO
Stavi così, solo, su uno scoglio che il mare
corrodeva poco a poco, come un gabbiano disperato.
Avevi il dono di liberarti d'un tratto d'ogni superficialità
e di vedere attraverso le cose.
Ti guardavo da lontano poi, piano piano
mi avvicinavo tra le rocce erose.
Te ne sei andato, ora lo scoglio è vuoto.
Guardo lontano, come un vecchio gabbiano disperato.
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QUELLO CHE RIMANE
Lo specchio di un sogno s'è rotto e mi ha tagliato le mani.
C'è una culla rovesciata tra le foglie morte.
Ho un mazzo di pioggia, stretto fra le mie braccia.
C'è un viso che non so, alla fine del giorno.
Non ho paura.
Sono come una pietra sottile tra i sassi della battigia.
Una tra mille, che un ragazzo domani
lancerà tra le onde.
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MARE
Ossa di seppia, ciotoli...
Quanti amori sono naufragati qui tra gli scogli,
ingannati dalle stelle cadenti, tra vecchie catene rugginose
e tante, tante altre cose abbandonate...
Lasciatemi qui, dove tenebre e luce si bagnano insieme
e gli spiriti selvaggi s'incontrano
in questo pezzo di mare
che tutto abbraccia e nasconde.
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TRA LE MANI
Anche allora la primavera
generava i lillà, dalla terra morta.
Lui misurava a passi regolari la collina,
cercando qualcosa da fare,
aspettando che qualcuno di noi
spuntasse dalla strada.
L'estate l'ha preso a tradimento
tra i filari inutili, tra i richiami lontani,
col cuore stretto tra le mani.
Ora non resta che un pugno di polvere qui, su questa riva,
dove in primavera vedrò i nuovi lillà, dalla terra morta.
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